Ogni persona ha un suo filo invisibile che lega indissolubilmente luoghi, affetti, pensieri, avvenimenti, sentimenti, coincidenze, un substrato di esperienze che possono prendere forme e strade differenti.
Seguendo questo filo a ritroso io sento che se oggi sono qui è perché un giorno nei primi anni sessanta, in un’assolata domenica mio padre mi portò, io bambina, al campo volo a osservare gli aeroplani.
Che effetto può fare, ad un bimbo passare un pomeriggio a testa in su?
Ed i vasti spazzi tutto intorno?
L’Aero Club Milano è nella sede di Bresso dal 1960, ricorre il cinquantenario…
anche io “festeggio i cinquant’anni” qui a Bresso.
Quando ho distribuito gli inviti di questa mostra, in molti mi hanno chiesto se avrei esposto quadri, perché sanno che dipingo.
Ed invece queste sono fotografie, ma sostanzialmente è la stessa cosa, perché anche con le fotografie si può andare oltre alla semplice rappresentazione della realtà, cioè l’oggetto in sé perde valore, mentre assume sempre più importanza il “soggetto” ovvero l’idea, il pensiero, il concetto che guida la mano.
In queste fotografie vi è una ricerca sulla plasticità delle forme e dei colori, il soggetto non è più l’aeroplano, ma il movimento, l’aria, la luce, le linee che la velocità lascia impresse sulla pellicola.
Fotografare l’aria, il movimento, la velocità si può? Spero di esserci riuscita!
Nel 2009 si è ricordato l’anniversario del Movimento Futurista, ci sono state molte proposte, mostre approfondimenti su quello che ha rappresentato questo movimento artistico.
Rileggendo il manifesto del Futurismo, forse oggi, non siamo completamente d’accordo con ciò che viene enunciato, ma è indubbio che tutta l’arte del ventesimo secolo è figlia della loro irriverenza, del loro desiderio di innovare, di rompere le regole dell’estetica dominante per sviluppare una nuovo percorso visivo e percettivo.
Quello dei Futuristi è un gioco, ma attenzione il gioco è arte!
Nel novecento il gioco è stato il mezzo che ha consentito di comprendere sino in fondo i meccanismi di spiazzamento e di alterità tanto cari alle avanguardie.
Buzzati scriveva “Gli artisti quando giocano lavorano e quando lavorano giocano”… ed i fotografi pure!
Questa mostra fotografica è un gioco e chi si accinge a guardare varchi la soglia con animo d’allegra complicità.
Un ultimo pensiero, ho dedicato la mostra a Benedetta, Barbara, Regina, artiste futuriste che con le loro opere hanno dato nuova linfa al Manifesto dell’Aeropittura.
— Franca Cantini